martedì 15 aprile 2014

Dylan Dog 66 - Partita con la morte - Epico.



Buuuongiorno gente e bentornati sul Jojo’s Comics Club! come ormai ben sapete non schifo nessun genere di fumetto, e per quanto riguarda le opere del nostro bel paese, un personaggio in particolare mi affascina, Dylan Dog. La scorsa settimana ho avuto la fortuna di passare una splendida giornata con degli amici fra Pisa e Firenze, e proprio in quel di Firenze vicino alla stazione ho trovato un negozietto che vendeva libri, prezzati da 1 a 10 euro, e ci ho trovato alcuni numeri di Dylan Dog che mi mancavano…questo è Dylan Dog 66, Partita con la morte.

Dylan Dog 66, Partita con la morte, testi di Claudio Chiaverotti e disegni di sua maestà Corrado Roi che a mio parere è indubbiamente il miglior artista di sempre per questa fantastica serie. L’albo è uscito nel marzo del 1992, ai tempi non pretendevo nemmeno di riuscire a camminare, figuriamoci comprare un fumetto horror, quindi eccomi qui esattamente 22 anni dopo a parlarne. In questo numero incredibile, Dylan Dog dovrà vedersela con il nemico più terribile di tutti, anzi, la nemica più terribile di tutte, la Morte. Questa stronza, oltre ad essere la minaccia più incombente e certa su di noi è anche l’antagonista di tantissimi racconti horrorifici visto quella sorta di fascino che ha nei confronti degl’uomini e pure nell’ultimo numero uscito qualche giorno fa, c’era lei. 

Qui, è lei il pezzo forte. La trama è abbastanza semplice e intrigante. Un uomo, Harvey Burton, si trova in coma, tra la vita e la morte ed è proprio nel mezzo, che incontra la Morte in persona che gli propone una partita a scacchi, se Harvey batterà a scacchi la morte, vivrà, ma se perderà, morirà. In più per ogni pezzo (esclusi i pedoni) che la Morte gli mangia, dovrà sacrificare una persona a lui cara. L’indagatore dell’incubo sarà ingaggiato dalla figlia, di una vittima della partita e per lui, scettico com’è, sarà davvero dura investigare e provare a risolvere un caso in cui di terreno e tangibile c’è veramente poco. La storia è una goduria da leggere, dannatamente splatter, horrorifica e drammatica. Corrado Roi, un artista che amo, realizza delle tavole bellissime che ricreano un atmosfera a due strati, uno in cui rigetta tutta la drammaticità e il mistero del racconto, e uno in cui assistiamo semplicemente alla partita su uno sfondo bianco, in una sorta di limbo dove la tensione del signor Burton farà da contrasto alla calma, alla pacatezza della Morte che viene caratterizzata in maniera molto macabra, in quanto sembra sempre costantemente divertita dalle atroci vicende. In questo numero c’è l’horror vero e ci sono quei momenti di paura con la tensione alle stelle dove Dylan Dog spicca perché è il migliore nel fare quello che fa, e dove il finale è uno di quelli che piacciono a me, in bilico fra giustezza e crudeltà. La copertina di Angelo Stano è scontata e semplicisticamente rappresentativa, di quello che andremo a leggere, un albo fantastico, che spicca fra gli altri, come pochi.

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