Buuuuongiorno gente e bentornati sul Jojo’s Comics Club!
Appuntamento semestrale in edicola con l’arrivo del 13° color fest di Dylan
Dog, che ha creato più di qualche aspettativa fra i fan visti gli autori delle
storie…queste aspettative sono state ripagate? Scopriamolo subito!
Dylan Dog, 13° color fest, come al solito 132 pagine a
colori al prezzo di 5,50€, e come al solito l’albo è diviso in 4 storie:
Il sogno del minotauro. Prima storia dell’albo firmata
interamente da Carlo Ambrosini che per l’occasione si cimenta anche come
disegnatore in questa storia a metà fra sogno e mitologia. In questo racconto
Dylan Dog sembra vivere una doppia vita, anche se una è semplicemente la
conseguenza dell’altra. Sarà chiamato ad indagare a proposito di un Minotauro,
come se fosse un moderno Teseo anche se in realtà ci sarà ben poco di mitico, ti riempi di
noia fin dalle prime interminabili battute e la trama alla fin fine non si
dimostra ricercata come si poteva pensare. C’è un alone di mistero che si
fa fatica a dissipare, talmente spesso che quasi non si coglie il finale che l’autore
cerca di trasmettere. Come disegnatore Ambrosini non mi piace più di tanto,
visto il suo tratto abbozzato fatto di linee che sembrano indecise. Nonostante tutto
sono contento che si usi il color fest per fare anche esperimenti di questo
genere, specie per autori meritevoli come lui, anche se secondo me questa volta
la storia è abbastanza insufficiente.
Attenti al goblin. è la seconda storia che troviamo, con ai
testi Claudio Chiaverrotti e ai disegni Paolo Armitano e Davide Furnò ed è
decisamente migliore della precedente, forse meno articolata a livello di trama
ma sicuramente preferibile come svolgimento e fluidità. L’old boy si ritrova ad
indagare a riguardo di alcuni omicidi compiuti apparentemente da una figura
misteriosa e mal definita e la forza della storia sta soprattutto nella piega
che prendono le vicende, diversa da quella che uno poteva prevedere e che fa
riaffiorare dalle pagine dei personaggi già visti in passato. Bella la
conclusione e storia promossa, e i disegni della coppia di artisti sono
veramente belli, anche se non li vedrei altrettanto bene sul consueto bianco e
nero della serie.
Gargoyle è la terza storia dell’albo, nonché la seconda
delusione, con alla penna Paola Barbato e alle matite Riccardo Burchinelli. Groucho
e Dylan vengono chiamati per indagare riguardo a un castello dal quale è
inspiegabilmente scomparsa una “statua”, e dopo una lunga premessa si partirà
per cercare di risolvere l’inghippo. Probabilmente la difficoltà maggiore per
un autore che scrive sul color fest, è quella di riuscire a tirare fuori una
storia decente in pochissime pagine, infatti spesso leggiamo storie non molto
particolareggiate, leggere ma comunque spesso godibili. Qui l’autrice cerca di
creare una trama con una base solida ma il risultato è quello di avere pagine
piene di spiegoni infiniti, che appesantiscono parecchio la lettura, visto che
poi durante questi racconti i personaggi essenzialmente non fanno nulla, si
finisce ad annoiarsi da morire. Di per se l’idea è anche interessante ma per
come obbligatoriamente si va a sviluppare qui, finisce per non piacere molto. Disegni
senza lode e senza infamia… ma comunque bocciata pure questa.
Prigioniero, è l’ultima storia di questo color fest, con ai testi Fabrizio Accattino e ai disegni Eugenio Sicomoro. Questa è sicuramente la storia più interessante dal punto di vista artistico, sembra disegnata quasi a pastelli, con dei colori vivaci, ma al tempo stesso oscurati. La trama secondo me è molto interessante, nessuno suona a Craver Road 7 ma è l’indagatore dell’incubo a fare visita a un suo vicino, in una casa da dove provengono delle urla di un bambino. Tensione e nervi tesi in un racconto che vede Dylan prigioniero di un paio di genitori poco raccomandabili. Mi è piaciuto molto pure il finale perché mi da l’aria di qualcosa che potrebbe non finire li, che potrebbe avere un seguito e se cosi fosse sarebbe davvero interessante.
In conclusione un color fest che non risponde alle
aspettative che i nomi degli autori avevano creato, e alterna una storia noiosa
a una storia sufficiente ma che più che altro non mi è piaciuto per come è
stato sfruttato. In altri color fest si era osato di più con qualche stile di
disegno diverso o con l’indagatore dell’incubo mostrato in mondi o ambiti
diversi dal consueto. Personalmente quello che ho trovato qui, non rispecchia
quello che mi aspetto di trovare in uno di questi albi, ma lo stesso, ci
vediamo fra 6 mesi.
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