Buuuongiorno gente e bentornati sul Jojo’s Comics Club! oggi
torno a parlare di un personaggio di cui parlo solitamente soltanto una volta
al mese, in concomitanza con l’uscita mensile dell’albo della serie, sto
parlando dell’indagatore dell’incubo del quale fanno molta gola alle fiere i
vecchi albi venduti spesso e volentieri al prezzo di un caffè, inutile per me
quindi provare a resistere alla tentazione e così di solito recupero almeno una
decina di numeri….oggi vi voglio parlare in particolare di un numero che mi ha
decisamente colpito, parlo di Dylan Dog 163, Il mondo perfetto.
Dylan Dog 163, Il mondo perfetto, albo pubblicato
originariamente nel aprile del 2000, al prezzo, diciamolo anche, di 3500lire
oppure a 1,81€, tanto per la cronaca eh… il soggetto e i testi sono una
collaborazione fra Paola Barbato e papà Tiziano Sclavi, per i disegni di quello
che posso tranquillamente definire il mio disegnatore preferito di Dylan Dog,
Corrado Roi.
Ah e a proposito, l’albo si apre con una lettera di Sergio Bonelli
in persona, che tramite poche frasi sembra scusarsi con i fan ma difendere fermamente il
processo d’ampliazione messo in atto in quel periodo dalla casa editrice,
interessanti le sue parole. L’albo si apre col nostro Old boy che sembra
essere decisamente poco in forma, ferito e senza memoria si ritrova a vivere in
una fattoria con quelli che dicono di essere i suoi famigliari, un inizio
veramente interessante e secondo me di grosso impatto, una storia capace di
incuriosire pienamente dalla sola prima pagina, superba come sempre la
realizzazione grafica da parte di Roi, bravissimo a trasmettere le atmosfere e
tutte le sensazioni dei personaggi tramite espressioni veramente eccezionali,
il suo stile è sempre leggermente sporcato e vagamente spigoloso sui corpi,
perfetto per una storia misteriosa come questa. Questo non è il solito Dylan
Dog, è un albo pieno di interrogativi, strutturato diversamente da molti altri
albi della serie e pieno di dubbi, di domande, si rivela per buona parte quasi
un thriller, non di certo un horror, nessuna scena splatter così come nessuno
va a bussare al numero 7 di Craven Road. Una lettura che per quasi la sua
totalità mi ha colpito e riempito di curiosità…salvo poi andare un po’,
abbastanza, tutto a puttane.
In quest’albo, colpa probabilmente delle sole,
solite 100 pagine si perde l’occasione per creare un fumetto fantastico, in
quanto manca tutta una parte che io personalmente in una serie del genere
ritengo fondamentale, qui c’è il problema, e all’improvviso BAM dal nulla
arriva la soluzione, dalla totale inconsapevolezza delle vicende alla totale
soluzione, tutta la parte investigativa viene completamente lasciata al caso e
bruciata in un paio di vignette, davvero un peccato. Quest’albo va vicinissimo
secondo me ad essere uno dei gioielli più brillanti della storia di Dylan Dog,
salvo poi cadere nell’archivio C’eravamo quasi. Da fan di Angelo Stano mi sento di dire che la
copertina di quest’albo è una delle più brutte che io possa ricordare, cose che
capitano…
E VOI COSA NE PENSATE?
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Jojo,
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